25 dicembre 2005

il fantasma dell'opera.

Il piccolo antro dal quale ritmati si libravano respiri scanditi.
Le piccole rughe a cornice di iridi brillanti.
La bocca osservata dai contorni sfocati.

Il tatto.

I sensi.
I contorni di un viso privati di luce e consistenza. Immaginati.
Chiudi gli occhi.
E nel buio indovina la forma fermando le mani in delicata presa.
Le mani.

Il tatto.

Immagina di avere tra le mani il niente dalla forma definita.
Accarezza il niente, immaginando la sensazione del contatto sulla pelle liscia a scandire lineamenti.
Afferra l’aria che vitalizia.
Modella espressioni accompagnando, gli angoli di quella bocca immaginata a memoria,in sorriso.
Le dita sulle sue palpebre. A soffocare il suo osservare.

Il tatto.

I suoi occhi.
Scivolano le dita sulle piccole rughe:morbidezze ondulate.
Delicate prese.
E l’aria che ti avvolge ha la forma delle sue mani immaginate.
Immagina di far scorrere la tua mano lungo la linea trasparente dell’aria.
E ritorna indietro.
Verso il suo corpo fatto di aria.
Accarezza l’ illusione dipinta.
Alimenta la tua follia,stringi l’etere vestito dei suoi abiti ed inventa sonate settecentesche per guidare il suo corpo in volteggi nivei.

Il tatto.

Il suo corpo soltanto inventato.
La sua sagoma ti rapisce in affezioni vitree.
Respira e nel farlo inala i suoi contorni con decisione fino a renderli tremanti.
Le tue mani stringono il niente dalla forma definita.

Il tatto.


Ingannevole ricostruzione.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Perche non:)

Anonimo ha detto...

Perche non:)