18 gennaio 2006

w zapatero

ho scoperto le contaminazioni.
impercettibili frequenze mentali sfasate che offrono i gesti sotto mentite spoglie.
ho scoperto una dichiarazioni d'amore.
che voleva essere tale,ma che s'è camuffata egregiamente.
che è stata acdcolta come tale da qualche tale.
uterino appagante far finta di dimenticarne il nome.

e intanto si sposa.

la sposa
Interlocutori poco informati dei fatti hanno sete di particolari degni di nota.
Che mi premurerò di concedere come biglietti gratuiti.
Come moniti imprescindibili.)
(Mi piace particolarmente l’ambiente saturo di fumo e lucine intermittenti che amano spegnersi senza preavviso e regalare un briciolo appena d’ignoto.)
Il buio ama non avere contorni.
Il buio pilotato ama particolarmente ricamare atmosfere ambigue dai contorni delittuosi.
Delittuoso sarebbe stato non cogliere con le mani nude un fiore che ha contorni così sinuosi.
Immagina un sequenza di forme prive di luce accecante e musiche di sottofondo.
Immagina una persona.
Che ama giocare con trucchi e costumi per ambientarsi in epoche così slegate tra loro.
Immagina la mia figura che troppo spesso si ripara dietro a stelo sottili ed ama sbirciare il fascino dal buco di una serratura chiusa rigorosamente a chiave per non essere investita dalla bellezza.
Immagina.
La parola bellezza.
Foglie che cadono. Lei, come una luce troppo intensa. E mi riscopro abbagliata. Disarmata davanti ad involucri netti. Ecco la bellezza. Perché può capitare di essere rapiti. Deve capitare. Smarrire la via. Accecati dal sole vagare disarmati. In preda ad allucinazioni poderose. Questa è la bellezza.
Bellezza. Come acqua dal sapore troppo selvatico. Come un personalissimo linguaggio che esaudisce ogni definizione che è soltanto sensazione. La bellezza che ama lasciare un vuoto assoluto nel verbo e la necessità odiata di rimanere in silenzio per paura di sporcare. Per paura di non trovare nemmeno un suono verosimile per esplicare. La bellezza come una condanna silenziosa poiché non è tangibile, a lei non è concesso ambire, a lei non si può giungere, ma soltanto esserne investiti.
Ecco.
La bellezza ama posarsi sul suo viso e come pennellate delicate guidarlo in espressioni che incantano.
Brama e tormento.
Solo silenzio ora, perché amo particolarmente divagare e ricostruire minuziosamente l’ambiente che la racchiude.
Parlavo di lei.
Racchiusa in un vestito da sposa priva di consorte al seguito.
Di lei che non tende inesorabilmente verso fedeli prigionie.
Di lei che non lancia bouquet perché è già fiore appassito.
Lei ama guidarmi in giochi che non conosco ed osservare puntigliosamente ogni regola non scritta.
Ama regalare a me complicità impolverate.
Amo osservare il particolare dipinto su cartoncino scuro di memoria: un dito racchiuso nella mia mano.
E smussa ogni angolo per tendere languidamente verso una dolcezza che non la distingue. Che profuma d’eccezione.
Ama immergersi dentro liquidi alcolici ed ammorbidirsi bambina in giochi che profumano di lussurioso crimine.
Ambisce e rapisce le mie labbra. Ambisce, e custodisce, ma non osa appoggiare le mani al mio viso per racchiudere e bloccare.
E allora il coraggio raccontatomi mi sovviene e blocco guance e zigomi in delicata presa. Un casto contatto che non ha pressione, ma esistenza.
Amo slegarmi da gesti che non hanno ordinario e sorridere custodendo sapori elargiti.
Amo slegarmi da gesti che non hanno ordinario senza cadere in romantici congedi.
Amo continuare ad osservarla nei suoi rapidi intenti incompiuti e notare come un contatto fugace possa aver cambiato la sua posizione.
Mi lascio affascinare dall’ambientazione costruita che da tempo la custodisce.
Amo abbandonarla nella notte di nuovo senza congedi sdolcinati.
Senza cadere in cliché confezionati.
Amo ricalcare. Minuziosamente ricalcare ogni movimento di una figura che ha così poco nitido contorno. Amo sorridere di una complicità data in dono. E ricevuta.
Amo sapere che tutto ciò non è ordinario costruito, ma intesa poderosa che si rincorre tra le attese.
Amo saperla immobile ed immutata nel ricordo ermetico scandito da inizio e fine.
Amo ritrovarla, sempre uguale, in fascinoso vestito da sposa.
Amo perdere le mani nelle mie tasche e sorprendere senza preavviso, ancora e comunque, un assaggio sempre verde della sua bellezza.


contaminato voluto.
cercato.
adesso i fiori sono proprio appassiti.

1 commento:

Unknown ha detto...

più + meno = sublime

elsa.oh elsa.

f.

la bellezza ha unghie madreperla che ipnotizzano colate di sangue.